“Blockchain, web3 e cripto valute:stato di adozione e sviluppi futuri”. Una scelta abbastanza ardita del nostro Presidente da proporre quale relazione alla conviviale del 2 febbraio. Eppure il Relatore, l’Ing. Valeria Portale, ha avuto la capacità di tentare di farci digerire un argomento così ostico, specialmente dopo la cena a base di cassoeula con polenta.

Siamo di fronte ad un cambiamento epocale che inizia nel 2008 quando un anonimo Sathoshi Nakamoto pubblica il protocollo Bitcoin: una tecnologia per trasferire denaro da una persona ad un'altra senza intermediari. L’anno dopo la fantomatica criptovaluta vale 1 Bit (oggi 1 Bit vale 20.000 Euro !). Però in quegli anni rimane un prodotto di nicchia anche sconsigliato. La tecnologia che ne sta alla base è detta “blockchain” ed è una rete informatica di nodi che gestisce in modo univoco e sicuro una serie di dati ed informazioni, come le transazioni di denaro, senza che sia necessario un controllo centrale. Nel 2014 le banche iniziano a studiare questa tecnologia per utilizzarla anche nel mondo bancario ma è nel 2015 che, a seguito della pubblicazione di un ‘articolo sulla prima pagina di The Economist, inizia una prima fase di investimenti.
Nel 2018 si verifica una fase di caduta del mercato delle criptovalute ma contemporaneamente si dimostra l’avvicinamento di diverse aziende a questa tecnologia con la produzione di una finanza alternativa. Nel 2020 anche la BCE prevede una moneta alternativa detta Digital Euro con l’obiettivo di dare ai consumatori l’opportunità di beneficiare di un nuovo strumento di pagamento rapido e sicuro garantito da una banca centrale e con scambi virtuali tra più utenti come se si trattasse di una moneta reale. Tramite la crittografia dunque gli utenti hanno la garanzia di una sicurezza informatica avendo una chiave per aprire il proprio portafoglio digitale ed inoltre questa tecnologia “disintermedia” gli attori nel mezzo : un algoritmo gestisce e verifica i passaggi che invece prima venivano gestiti dalla banca. Ad oggi sono molte le aziende che investono in questa tecnologia ( es. banche, Pubblica Amministrazione, Telecom, Autoemotive, Healtcare, Energy & Utility....) . Anche l’Agenzia delle Entrate se ne interessa ma, curiosamente, ancora non ha tecnici in grado di interpretarne la tecnologia (!). Sulla tecnologia Blockchain si basa il Web3. Dunque : nel Web 1.0 le pagine di Internet potevano essere fruite dall’utente solo in maniera passiva. Col Web2.0 l’utente può partecipare alla creazione di contenuti (ciò che fa ad esempio la Commissione Social del nostro Club). Il Web3 cambia la gerarchia dei Web precedenti in cui i gestori sono i conservatori dei dati sensibili permettendo all’utente di diventare proprietario dei propri contenuti con il vantaggio della decentralizzazione, della sicurezza e dell’anonimato. Attenzione però : si tratta di tecnologie innovative ma ancora gestibili solo da super esperti . Forse per tutti noi, per ora, il suggerimento potrebbe essere di tenerci il nostro portafoglio non virtuale al sicuro nelle nostre banche......
LF

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