Oscar Bianchi, sposato, due figlie, due lauree, bancario, vive a Bergamo, dedica il suo tempo libero al volontariato ed in particolare all’Avis della quale è Presidente Regionale.

Alla nascita, la seconda figlia – racconta – risulta affetta da una gravissima patologia cardiocircolatoria, viene subito operata e riceve tante trasfusioni anche grazie alle quali l’intervento riesce perfettamente. Da allora lui e sua moglie restituiscono alla società ciò che hanno avuto per la vita della loro figlia dedicandosi al volontariato.
Troppo spesso si da per scontato che il sangue ci sia per tutti ma non è così. Attualmente i donatori sono 1.270.000 in Italia dei quali il 20% nella sola Lombardia. Avis nasce nel 1927 su iniziativa di un medico, Vittorio Formentano, che con un annuncio sul Corriere della Sera recluta i primi 17 donatori con l’obiettivo di soddisfare la crescente necessità di sangue, di avere donatori pronti e controllati e di eliminare la compravendita di sangue. Oggi Avis è organizzata su un modello piramidale : Nazionale, Regionale, Provinciale e Comunale. La Lombardia copre il 24% del fabbisogno nazionale con raccolte in strutture ospedaliere (come nella nostra provincia) o in Unità di Raccolta dell’Avis con 472.022 unità di sangue (la successiva regione più virtuosa è l’Emilia Romagna con 130.000 unità). In Italia esistono anche altre associazioni dedicate alla donazione di sangue ma il 92% dei donatori fa capo all’Avis. L’Italia inoltre è l’unico paese al mondo in cui il sangue è totalmente gratuito: il donatore non riceve compensi, i pazienti non sono soggetti a pagamento per le trasfusioni.
Infine un cenno sulle difficoltà burocratiche che la Riforma del Terzo Settore impone di affrontare con la trasmigrazione degli statuti nel RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) e sull’ultimo accordo Stato-Regione che regola i rapporti economici tra Associazione e ATS locale con le attuali tariffe non in regola con la sostenibilità dell’Associazione (in particolare laddove Avis gestisce le Unità di Raccolta). Le Avis infatti ricevono infatti un compenso dallo Stato per le loro insostituibili attività regolato da convenzione uniforme su tutto il territorio nazionale. Con l’appello ai più giovani di proporsi alla donazione si è chiusa la serata.
L.F.

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